Lungo la strada per Quepos
Non riuscivo a staccare lo sguardo dal finestrino. Là fuori c’era tanto verde, un mondo da scoprire e l'entusiasmo cresceva al pensiero che presto mi sarei immerso completamente in quell’habitat naturale.
Mi trovo esattamente in Costa Rica, tra l’entroterra della foresta tropicale e le frastagliate scogliere dell’Oceano Pacifico che abbracciano la giungla, caratterizzate da spiagge selvagge, affollate di surfisti.
Qui spenderò le prossime due settimane per un’esperienza di viaggio che mi metterà a dura prova con me stesso, dandomi modo di apprendere molto in termini di ambiente e fauna selvatica.
Prima di raccontarvi il motivo che mi ha portato a raggiungere questa meta e descrivervi cosa mi aspetta, ci tengo a introdurre brevemente il mio ingresso in questo “Paese senza esercito” dove biodiversità, religioni e culture convivono in pace.
Sorrido e ripenso a quanto sia adrenalinico superare i confini della propria zona di comfort e devo ammettere che questa sensazione mi ha fatto davvero molto bene.
Concluso l'atterraggio all’aeroporto di San José e superati i controlli immigrazione, ad aspettarmi c’erano ulteriori 3 ore di viaggio, questa volta in auto. Ad accogliermi ho incontrato Hunter, una simpaticissima biologa statunitense.
Dopo aver noleggiato un auto nella capitale, io e Hunter abbiamo intrapreso il nostro road trip verso la cittadina di Quepos procedendo in direzione sud passando per strade dissestate ma affascinanti, dai paesaggi mozzafiato, fermandoci giusto un paio di volte per idratarci, mangiare del pollo fritto e ammirare l'incontaminata bellezza dello Stato con maggior biodiversità al mondo.
Non riuscivo a staccare lo sguardo dal finestrino. Là fuori c’era tanto verde, un mondo da scoprire e l'entusiasmo cresceva al pensiero che presto mi sarei immerso completamente in quell’habitat naturale.
Per distrarci dalla stanchezza del lungo viaggio in aereo, abbiamo cantato a squarciagola le canzoni della sua cantante preferita, Taylor Swift. Poi ci siamo fermati al famoso "Crocodile Bridge" per osservare da vicino gli enormi rettili che riposano lungo le sponde del fiume.
Durante il viaggio, io e Hunter abbiamo chiacchierato su una moltitudine di argomenti, stringendo subito amicizia. Man mano che il sole calava, il buio iniziava a farsi sentire. Essendo stagione delle piogge tropicali, ogni tanto una leggera pioggerellina ci accompagnava lungo la strada, rendendo l'atmosfera ancora più suggestiva.
Verso le 18, lasciata la strada principale, ci siamo addentrati nella foresta per raggiungere il rifugio dove avrei presto incontrato le mie guide e il mio compagno di viaggio.
Non prima però di trascorrere la mia prima notte all'interno della foresta tropicale.
Volete sapere dove sono e cosa ci faccio qui?
Attendete di leggere la prossima pagina del mio diario di produzione.
Matte